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Mutui per la casa, gli italiani ottengono l’11% in…

  • 28 Novembre 201229 Novembre 2012
  • by raffaele

Cala del 4% in sei mesi l’ammontare concesso agli italiani che fanno richiesta di mutui. Lo ha rilevato l’ufficio studi di Mutui.it, che ha notato come nell’ultimo semestre l’ammontare abbia raggiunto i 116 mila euro, dai 121 mila del semestre precedente. Analizzando le richieste di preventivo di mutuo registrate ad aprile scorso, e confrontandole con quelle di ottobre 2012, si è registrato un nuovo aumento della differenza tra la somma media richiesta e quella effettivamente erogata; sei mesi fa era di 6 punti percentuali, a ottobre è diventata dell’11%. La percentuale è aumentata perché è cresciuta la cifra che gli italiani alle prese con l’acquisto della casa cercano di ottenere dalle banche non perché aspirino ad immobili di valore maggiore, ma perché l’importo medio dei mutui concessi continua a scendere, tracciando un trend in negativo che prosegue da almeno 12 mesi. «Gli italiani che richiedono un mutuo – spiega Lorenzo Bacca, responsabile business unit di Mutui.it – hanno imparato ad accontentarsi di cifre contenute e sanno, al contempo, che circa il 50% del valore dell’immobile deve essere finanziato attraverso risparmi già accumulati. Da notare, oltretutto, che il valore medio dell’immobile scelto, nonostante l’auspicato calo dei prezzi del mattone, non accenna a diminuire, ma resta stabile attorno ai 235.000 euro.» L’analisi di Mutui.it evidenzia anche l’accresciuto interesse nei confronti del tasso variabile, che in questo momento rappresenta una scelta più vantaggiosa rispetto al tasso fisso, perlomeno nel breve periodo: se a maggio il variabile era scelto dal 50% dei richiedenti mutuo, a ottobre la percentuale è salita al 57%. Se si isolano le richieste e le erogazioni di mutui prima casa, lo scenario muta. Negli ultimi sei mesi la somma richiesta è scesa ancora di tre punti percentuali (confermando il calo del semestre precedente): era di 139 mila euro nella rilevazione di maggio, adesso si ferma a 135 mila. Parallelamente, torna a salire la cifra media erogata: dopo il crollo registrato sei mesi fa, che aveva visto il mutuo prima casa ai minimi (112 mila euro la cifra media data dalle banche) con un loan to value (rapporto tra la somma erogata e il valore dell’immobile) calato ad un preoccupante 49%, la situazione fotografata dall’Ufficio Studi di Mutui.it appare migliore. L’erogato medio per la prima casa è salito a 127 mila euro (+12%): considerando anche il calo del valore degli immobili oggetto d’acquisto (-8%), la percentuale finanziata sale al 61%.

Tratto da Ansa.it

21 novembre 2012

Non è così che si cambia reputazione

  • 28 Novembre 201229 Novembre 2012
  • by raffaele

I guai sembrano non finire mai per Barclays: dopo lo scandalo Libor, che è costato 430 milioni di dollari e la reputazione della banca britannica, ora si presenta all’orizzonte un nuovo problema. L’indagine penale del Serious Fraud Office britannico riguarda pagamenti mai dichiarati che Barclays avrebbe fatto al fondo sovrano del Qatar nel 2008. Per gestire questa storia poco chiara il consiglio di amministrazione della banca ha accelerato la nomina del nuovo amministratore delegato che sostituisce Bob Diamond, forzato alle dimissioni dallo scandalo Libor.

Il nuovo Ceo Antony Jenkins è l’antitesi del suo predecessore: inglese e non americano, riservato invece che aggressivo, esperto di retail – divisione di cui era a capo fino a ieri -, estraneo al pericoloso mondo dell’investment banking, che era la specializzazione di chi lo ha preceduto. Ha al suo attivo la conoscenza dei gangli dell’istituto, dove ha cominciato la sua carriera. E doti da diplomatico che lo hanno indotto a dichiarare uno stipendio di gran lunga inferiore ai maxi-bonus di Diamond.

Tuttavia non basta una nomina a garantire il ritorno all’onorabilità di una banca bersagliata dalle inchieste. Non solo. Senza nulla togliere al valore del manager, mai scalfito da alcuno scandalo, mercati e cittadini si sarebbero forse sentiti più rassicurati da una scelta esterna, totalmente estranea ai fatti contestati. In fondo Jenkins siede nel Cda di Barclays dal 2009, ne è da quattro anni ai vertici. In casi come questi, in cui occorre recuperare innanzitutto credibilità, vale la logica della tabula rasa: volti totalmente nuovi per voltare davvero e definitivamente pagina.

tratto dal sole 24.com

31 agosto 2012

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